Che il mio pensiero vi pervada cari lettori.

La vita è così, morire un secondo alla volta per poi risorgere in un fatidico attimo e rimorire il successivo.

martedì 1 novembre 2011

Perla rara

Delusivo errante percorso adolescenziale,
incandescente ardita voglia incompresa.
Rintocchi, battiti, convulsi.
Prorompenti, attenti eppure così spenti.

Splendi, splendi e acceca tutto ,
tutto ciò che può solo immaginarti.
Distruggi anfratti, barriere architettoniche
del comune pensiero.

Ammalia le menti, distorci il tempo e lo spazio.
Fai tuo ciò che non puoi, fai tuo ciò che vuoi,
anima lasciva, volubile ed egoista.
Somiglianza immaginaria di un Dio irato nel suo giaciglio.

Determinazione inflessibile, mente inarrivabile,
genio sfrontato, assurdo , assente e assoluto.
la paura è un cielo buio,
TU. Sei la stella che riduce al nulla tale muro immaginario.

mercoledì 1 giugno 2011

[Video] Monologo Radiofreccia: CREDO.




Questo è il primo video non musicale che posto nel mio blog, non vi è un motivo particolare per cui proprio in questo preciso istante posto questo filmato, semplicemente mi sento di farlo.
Questo spezzone fa parte del film "Radiofreccia", uno dei due film che ha come regista Luciano Ligabue, per la precisione il primo, un fantastico cast e un incredibile Stefano Accorsi, in quella , che credo, sia la sua più grande interpretazione cinematografica.
Il film parla di una radio, parla di un paesino, un paesino che è come tanti qui in Italia, uno di quei posti dove tutti conoscono tutti, dove se uno fa una stronzata il giorno dopo lo sà metà paese e il giorno seguente ancora lo viene sapere l'altrà metà, mentre la prima sparla già di un nuovo fatto.
Questo film parla dell'adolescenza, dell'avventura di un gruppo di giovani che decide di esprimere il proprio io attraverso una radio, i propri pensieri, emozioni, il proprio modo di essere attraverso delle canzoni che esprimono uno certo stato d'animo.
Il film, questo film, parla di Freccia, un ragazzo come tanti, finito nel cerchio della droga, parla di Freccia, uno come me, come voi, che finisce morto in un fosso e pianto da un paese intero.
Consiglio caldamente la visione.


Di seguito il testo del monologo che Freccia fa alla radio:

Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards.
Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese.
Credo che ognuno di noi si meriterebbe un padre e una madre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi.
Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.
Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio.
Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose.
Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono.
Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merckx.
Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.

[Canzone del giorno] Everlong

Una canzone "estera", di un gruppo che merita davvero il massimo rispetto, i Foo fighters.
Difficile dire di cosa parla questa canzone, è un tripudio di emozioni, in forma cantata,
suonata.
Parla di un'attesa, parla del ritrovamento di una cosa che si cercava da una vita "everlong",
parla di promesse, di sentimenti, parla di amore, un'intensa condivisione.

E forse una delle frasi più belle di questa canzone è:

"The only thing I'll ever ask of you
You've got to promise not to stop when I say when she sang"

Vorrei vivere qualcosa di simile.


[Poesia] Notturna ricerca


Persi per le viuzze asfaltate, menti altrove,
corpi in asfissiante e convulsivo movimento.
Batte il cuore, forte, come se qualcosa dovesse accadere,
ma nulla, il vuoto, forse è questo che spaventa, l'oblio.

Una notte, una qualunque, una delle tante, maestosa ed unica.
Una stradina asfaltata, un'anima errante, una mente volubile.
La paura ci assale, ti assale anzi mi assale, il buio.
Può essere illuminato tale oscurità che ricopre come un lucido vestito?

Le stelle, la luna, i lampioni, i fari di un'auto, una luce fioca.
Indistinti rumori spaziano per il posto, terribili, angusti.
Mi sono perso per la via e non trovo più la strada.
I piedi rintoccano come una campana sull'asfalto sotto di me.

Una strada familiare, un viso conosciuto, un sorriso.
Un corpo affusolato, due giovani mani, vissute, ma nel fiore dell'età.
Arrivo, vengo incontro, non ti riconosco più, proseguo, deluso.
Continuo, perso per la viuzza asfaltata, mente altrove, volubile.

Davvero è possibile che nonostante il persistente vagare non ti trovo mai?

venerdì 27 maggio 2011

[Canzone del giorno] Ogni adolescenza


Ed ecco la canzone del giorno, in questi giorni non sono stato molto attivo, ma non riuscivo più ad accedere al blog, grazie google!

domenica 22 maggio 2011

[Canzone del giorno] La ballata dell'amore cieco


Oggi mi sento in vena (tagliata) di questa canzone.
E ritengo sia necessario il testo per comprenderne la grandezza.

Testo:
Un uomo onesto, un uomo probo,
tralalalalla tralallaleru
s'innamorò perdutamente
d'una che non lo amava niente.

Gli disse portami domani,
tralalalalla tralallaleru
gli disse portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani.

Lui dalla madre andò e l'uccise,
tralalalalla tralallaleru
dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.

Non era il cuore, non era il cuore,
tralalalalla tralallaleru
non le bastava quell'orrore,
voleva un'altra prova del suo cieco amore.

Gli disse amor se mi vuoi bene,
tralalalalla tralallaleru
gli disse amor se mi vuoi bene,
tagliati dei polsi le quattro vene.

Le vene ai polsi lui si tagliò,
tralalalalla tralallaleru
e come il sangue ne sgorgò,
correndo come un pazzo da lei tornò.

Gli disse lei ridendo forte,
tralalalalla tralallaleru
gli disse lei ridendo forte,
l'ultima tua prova sarà la morte.

E mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità fredda gioiva,
un uomo s'era ucciso per il suo amore.

Fuori soffiava dolce il vento
tralalalalla tralallaleru
ma lei fu presa da sgomento,
quando lo vide morir contento.
Morir contento e innamorato,
quando a lei niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene.



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Questa è la forma più profonda dell'amore, non lo ritengo pazzo l'uomo, anzi
lo ritengo sincero, lo ritengo profondamente innamorato, e può dire di aver
vissuto pienamente la propria vita perché ha amato come pochi, e se vivi senza
amare e soffrire per questo, che cazzo di vita è?

Morto per amore, di sicuro lei che inizialmente fredda gioiva ricorderà per
sempre lo sconcertante e penetrante senso dell'amore dietro a quest'anonimo uomo,
FORSE cieco, o forse uno dei pochi che per qualche istante ha visto tutto completamente
nella sua reale forma.

[Poesia] Sai che t'amo?

Il desio è colmo di noi, colmo di lei,
eppur se questo senso di pienezza
riempe le nostre anime, quasi le discioglie
al pensier che il tutto non possa andar in porto.


La facilità a volte non appartiene a questo mondo
un fiume in piena è il nostro cuore, e risalir è impresa,
enorme appare, irrealizzabile se non con giusti mezzi,
ma da quando è mondo siamo abituati a scialuppe di fortuna.


stretto , convulso e quasi lacrimante è l'organo che guida
l'intero corpo nostro, poniamo l'arto al petto, "taci" , diciamo.
ma come far tacere questo rumoroso ronzio, l'amoroso ronzio.


Ma il cuore non può cedere per sempre ad una benda improvvisata,
così prendiamo forza, la mano discende al fianco, le labbra si aprono,
un leggero sorriso, ma lo sai che t'amo?