Che il mio pensiero vi pervada cari lettori.

La vita è così, morire un secondo alla volta per poi risorgere in un fatidico attimo e rimorire il successivo.

mercoledì 1 giugno 2011

[Video] Monologo Radiofreccia: CREDO.




Questo è il primo video non musicale che posto nel mio blog, non vi è un motivo particolare per cui proprio in questo preciso istante posto questo filmato, semplicemente mi sento di farlo.
Questo spezzone fa parte del film "Radiofreccia", uno dei due film che ha come regista Luciano Ligabue, per la precisione il primo, un fantastico cast e un incredibile Stefano Accorsi, in quella , che credo, sia la sua più grande interpretazione cinematografica.
Il film parla di una radio, parla di un paesino, un paesino che è come tanti qui in Italia, uno di quei posti dove tutti conoscono tutti, dove se uno fa una stronzata il giorno dopo lo sà metà paese e il giorno seguente ancora lo viene sapere l'altrà metà, mentre la prima sparla già di un nuovo fatto.
Questo film parla dell'adolescenza, dell'avventura di un gruppo di giovani che decide di esprimere il proprio io attraverso una radio, i propri pensieri, emozioni, il proprio modo di essere attraverso delle canzoni che esprimono uno certo stato d'animo.
Il film, questo film, parla di Freccia, un ragazzo come tanti, finito nel cerchio della droga, parla di Freccia, uno come me, come voi, che finisce morto in un fosso e pianto da un paese intero.
Consiglio caldamente la visione.


Di seguito il testo del monologo che Freccia fa alla radio:

Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards.
Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l'affitto ogni primo del mese.
Credo che ognuno di noi si meriterebbe un padre e una madre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi.
Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa.
Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in qualche dio.
Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose.
Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che, il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto questo buco me lo riempiono.
Credo che la voglia di scappare da un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merckx.
Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.

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