Che il mio pensiero vi pervada cari lettori.

La vita è così, morire un secondo alla volta per poi risorgere in un fatidico attimo e rimorire il successivo.

giovedì 28 aprile 2011

[Canzone del giorno] Where is my mind


Eccomi qua dopo un bel pò, diciamo che mi sono preso una pausa dallo scrivere in questi giorni di vacanza, e siccome tra poco ci saranno altri vari impegni scriverò un pò meno, ma di certo non smetterò, questo è poco ma sicuro.
Intanto visto che sono tornato, vi metto una bellissima canzone dei Placebo, in realtà questa è una cover dei Pixies, e questa canzone appare nel film Fight club, un capolavoro della cinematografia, ve lo consiglio caldamente, come vi consiglio caldamente di vedere gl'altri film prodotti dal regista di Fight club, ovvero David Fincher, lo trovo un genio lungimirante, specialmente per quanto riguarda Fight club e Seven, e vi invito se vi piace il genere ad ascoltarvi anche i Placebo.
Detto questo alla prossima poesia/riflessione.

lunedì 18 aprile 2011

[Poesia] Solo una sigaretta.

Usata, stracciata, giace lì a terra.
Prolificazione industriale e dannazione umana,
virtuoso piacere dalla durata di pochi istanti
pochi minuti di un altalenante respiro.

Tristemente permane isolata in una porzione di terra,
il vento ne finisce il vigore.
Quasi adolescenziali per qualcuno,
ormai epocali stemmi per altri.

Rantolante sospiro alla fine del cammino.
Scandisce gli ultimi battiti con il suo pallido lume
il quale candidamente e tristemente va a perdere l'intensità.
Una morte lenta, un labile lamento e rantolio nel buio.

D'ogni tipo ne esistono, magre, ciotte, basse o lunghe.
Ognuna ha un sapore di verso e un nome diverso,
una propria identità, corteggiata dalle pallide labbra di qualcuno
le quali bramano e sono coinvolte da un crescente desio.

Pestate, schiacciate, logorate e buttate.
Smorte icone pubblicitarie e capitalistiche lasciate lì a crear confusione.
Non temete dunque, non è di umane virtù che parlo.
Una sigaretta, semplice vita nata per dar sostegno al piacere di qualcun'altro,
un po' come le nostre vite no?

[Poesia] Oltre

Oltre i capellli corvinii , lisci o boccoluti,
Oltre il viso, pallido e proteso in avanti,
Oltre le gote appena rosee e poco pienotte,
Oltre le labbra, crucciate in un sorriso o una smorfia.

Oltre i vestiti, distintivo di un epoca che va,
garante di uno status sociale in cui ci si deve affermare,
di uno stile di vita da sfoggiare.
Oltre il tuo corpo, simulacro del pensiero comune.

Oltre il seno, Oltre la tua carne , Oltre le tue ossa,
Oltre il tuo sangue.
Dritto, dritto fino al cuore, lì lì per averti.
Perchè a me non serve nessun'altra cosa di te.
Solo il tuo labile e dolce battito, quel battito incassato nel petto
e percepibile solo all'orecchio più allenato, all'orecchio di chi ti vuole;
di chi ti vuole davvero.

[Poesia] Perché?

Perchè vivere è così difficile?
Perchè la gente crede in Dio?
Perchè sento un buco dentro?
Perchè la meta non la vedi mai?
Perchè quello che sento tu non lo senti?
Perchè mi fai male?
Perchè mi faccio male?
perchè non basta mai quello che ho?
Perchè le risposte che vuoi non le trovi mai?
Perchè le risposte che non cerchi le trovi sempre?
Perchè l'amore non  dà da vivere come i soldi?
Perchè con i soldi puoi comprarci tutto?
Perchè la felicità è così breve?
Perchè siamo così fragili?
Perchè queste lacrime hanno un sapore così salato?
Perchè? Perchè? Perchè?
Perchè la gente è superficiale?
Perchè non lo sono anche io?
Perchè senti sempre di aver voglia di qualcosa e quel qualcosa non sai mai cos'è?
Perchè sono pieno di sentimenti?
Perchè non riesco a buttarli via?
Perchè ho perso le aspirazioni?
Perchè mi rassegno ad una vita normale a soli 20 anni?
Perchè penso a tutte queste cose?
Perchè le lacrime scivolano così dannatamente veloci?
Perchè?

[Poesia] X Giacomo

Vivi tu?
Vivi davvero tu?
Esisti?
Ti limiti al mero respirare?
Ti limiti all'automatico gonfiarsi
e sgonfiarsi dei polmoni?
Il tuo cuore pompa sangue su sangue;
ma lo vuoi?
Lo desideri?
Puoi dire davvero di vivere?
Sfrontato masso di gregge
barricato in un mondo troppo grande,
un mondo troppo complicato,
un esistenza troppo contorta.
Lascive lacrime scivolano sulle protese gote.
Alla fin fine sei lì, non puoi che guardare in alto
e sentirti piccolo piccolo.

[Poesia] Imperfezione accettabile

penso,
che la perfezione alla fine non esiste,
esiste l'imperfezione accettabile.
Penso che alla fine dei conti io e te siamo un sacco imperfetti,
presi da soli,
presi uno ad uno,
però uniti no.
Uniti creiamo quest'imperfezione accettabile.
Penso che per quanto mi sia successo, per quanto ti sia successo e ci sia successo,
per quanto andremo avanti sia io che te,
non troveremo un vero e proprio punto di svolta che non comprenda l'altro.
Penso che ognuno può fare , deve fare , anzi farà, le proprie esperienze,
da solo;
ma alla fine del conto,
quelle esperienze non contano molto.
Penso che alla fine condivideremo di nuovo tutto,
penso che siamo due pezzi di creta, due pezzi che da soli
non significano nulla ma che uniti con qualcos'altro creano qualcosa di orribile,
ma insieme invece sono accettabili,
sono belli,
sono utili,
sono qualcosa,
qualcosa nel vero senso della parola.
non un qualcosa a casaccio,
ma proprio quel qualcosa di speciale.
E penso che prima o poi,
probabilmente più poi che prima,
tutto si riunirà.
Le nostre esperienze,
i nostri pensieri,
le nostre preoccupazioni ,
il nostro modo di essere ed i nostri stili di vita.
Tutto in un unica cosa.
Penso che alla fine,
si,
che alla fine,
possiamo odiarci,
possiamo anche non cercarci,
ma alla fine dei conti,
abbiamo bisogno uno dell'altra.
Penso che alla fine dei conti,
torneremo assieme
perché credo che così sia giusto,
perché in giro,
provi tante emozioni,
ma solo un tipo di emozione prevale sulle altre ,
quella che provi quando stai bene
e parlo di realmente bene con un'altro.
E penso che quella cosa
io l'ho passata solo con te
e tu con me.
E penso di nuovo,
che per quanto si vada avanti, anche fino alla vecchiaia se ci si arriva,
non si proverà mai più qualcosa del genere
se non insieme.
Beh..
credo che a grosse linee sia questo il mio pensiero.
si..penso sia questo.

[Pensiero] I sogni nel cassetto.

I sogni, oggi parlerò dei sogni, niente male come argomento no?
Inizierò dicendo che io i sogni ancora non li ho capiti bene bene, prendiamo ad esempio i sogni nel cassetto, a cosa servono se rimangono lì, chiusi in un fottuto cassetto, sigillato dalla nostre imposizioni mentali, dal nostro reddito, dalle restrizioni globali e dagl' impedimenti protratti da chi abbiamo intorno?
In qualche modo questi sogni paiono solo una corda, una corda che ci stringe i polsi, i l corpo, una corda che ha il significato dell'immobilità.
Si, perché se ci pensate bene, il più delle volte i sogni sono una cosa strana.
Qualcosa che ci dice che è bello fantasticare ma bisogna pure andare avanti e concretizzare dell'altro, altro come una posizione sociale, un lavoro , una famiglia o magari la scuola.
E invece NO , io vorrei rompere quel cazzo di cassetto e farli uscire tutti i miei sogni, odio profondamente normalizzarmi, odio vivere al pari della massa, del gregge.
Vorrei farli uscire quei cazzo di sogni, vorrei realizzarli, vorrei trovare qualcuno di speciale, vorrei uscire dall'oblio dell'anonimato, vorrei che tutti conoscessero me e quel che penso, le mie parole, i miei pensieri, vorrei che mi capissero; questo è il punto, il capire la profondità di cui sono fatto.
A volte mi sento così male nel pensare che attorno a me ci siano solo persone che non sono in grado di capirmi appieno..
Fa rabbia cazzo, e anche tanto, mi fa sentire immobile, saranno quelle famose corde dei sogni.
Voglio spezzarle a tutti i costi quelle fottute corde, anche perché se si vive legato, che cazzo si vive a fare?
Se vivi in uno stato di libertà illusoria che cazzo vivi a fare?
Tanto vale crepare liberandosi di quelle corde, di quelle corde terrene no?

[Pensiero] Auschwitz e il punto di rottura.

Un pò ci ho pensato, si, un bel pò, ci sono tante cose che stupiscono di quel posto, ci sono tantissime domande che affiorano e vagano per gl'anfratti del cervello girando e rigirando senza fermarsi mai, senza mai fermarsi perchè a quelle domande, semplicemente non vi sono le adeguate risposte. Io mi sono chiesto più volte, ma se è successo tutto questo, perchè esistono ancora delle persone che credono nella chiesa e in Dio? Oppure non neccessariamente in Dio, anche solo in un entità superiore. La risposta fittizzia che mi sono dato a questa domanda è stata:
Non hanno visitato Auschwitz. Un'altra domanda che mi sono posto o meglio, che mi hanno posto è stato qual'è il mio punto di rottura.Un punto di rottura, Nel linguaggio dei surfisti il point break, punto di rottura è il punto n cui la massa d’urto si infrange, il luogo da individuare per sfruttare tutta la potenza delle onde. Quello che hanno richiesto a noi credo sia un punto di enorme potenziale verso cui confluiscono tutte le emozioni più pesanti e spontanee creando una vera e proprio esplosione in noi stessi, un'esplosione tale che non si riesce più a rimanere impassibili, una di quelle emozioni che a stento riesci a trattenere le lacrime agl'occhi se ci ripensi, i condotti lacrimali iniziano a bruciare da impazzire. Una carica emotiva impressionante. Ebbene, molti hanno trovato il loro punto di rottura in quel loco, chi il freddo, chi la puzza, chi il loro vestiario, chi gl'inganni perpetrati verso i poveri ebrei, chi il fatto di dormire coi topi, chi il fatto di stare in mezzo allo squallore e al degrado più assoluto.. e ce ne sarebbero mille altri. Il mio, il MIO punto di rottura invece è più semplice, molto più semplice, e mi è venuto in mente proprio durante la fiaccolata presso Birkenau 2, in quel momento pensavo di essere un pò troppo impassibile, ma poi ho guardato il cielo e ho capito; Si.. Ho guardato il cielo, quello era il mio punto di rottura, " L'ho trovato!" Mi sono detto.Il mio punto di rottura è il cielo. Pensavo guardando quel cielo grigio appena minaccioso che in quel momento i miei amici, genitori o semplicemente le persone a cui tengo e sono lontano da me, stanno guardando lo stesso cielo e presto o tardi ci saremo uniti a guardare assieme la medesima porzione. Poi ho pensato che anche gl'ebrei,ho pensato che i prigionieri di Birkenau facessero questa semplice cosa, guardare il cielo, sperando di ritrovare le persone che amano, sperando che le persone che amano stiano guardando quel cielo, quel cielo che unisce tutto questo fottuto mondo e ti fa sentire più vicino agl'altri; ma poi.. Poi ho pensato che una serie di fumate bianche partisse, nell'aria un odore insopportabile e il cielo completamente deturpato da quelle nuvole. Nuvole che portavano un solo messaggio: " Questo posto non è come gl'altri, questi morti oscurano le  speranze di rivedere i tuoi cari, tu diverrai una bianca nuvola divenendo monito per gl'altri ". Allora poi penso a queste persone che al culmine del pianto e delle disperazione riprendano a lavorare a marciare , a compiere qualcosa, semplicemente per non sentire così tanto il vuoto che hanno dentro.